Collezione Elisabetta Polignano 2021: elogio alla libertà
Il 10 e l’11 ottobre Elisabetta Polignano è arrivata a Roma per il primo trunk show della collezione 2021. Insieme abbiamo accolto le future spose nell’atelier il Giardino Fiorito delle spose e con l’occasione ho realizzato un’intervista per voi.
È stato bellissimo ritrovarsi e sentire quanto il nostro settore sia vivo e ricco di bellezza da offrire!
Le vibrazioni sono state infinite. Ammirare la nuova collezione di Elisabetta Polignano, eccellenza del made in Italy, è stata come una ventata di freschezza e creatività.
Ho incontrato Elisabetta lo scorso 10 ottobre, nell’atelier romano Il Giardino Fiorito delle Spose di Livia dell’Orefice, in compagnia della bridal stylist Tamara d’Andria.
Dopo mesi passati a distanza, abbiamo scelto di accogliere insieme le bellissime spose del 2021 alla ricerca dell’abito perfetto. Con l’occasione, ho deciso di coinvolgere l’eclettica Elisabetta in un’intervista, per farmi raccontare direttamente da lei qualche curiosità sulla nuova collezione e un po’ di idee per il futuro.
Abbiamo parlato di donne, di libertà e made in Italy.
In una diretta fatta insieme lo scorso marzo, avevi già annunciato una collezione dedicata a una donna libera.
Eccola! Sono proprio io. Quando parlo di libertà parlo di me, quindi della libertà di essere se stessi e di scegliere l’abito che si ha voglia di indossare, senza dover rimanere nei canoni o lasciarsi condizionare dai social o da quello che c’è intorno. Libertà vuol dire guardarsi, sentirsi e vedersi belle. Scegliere ciò che abbiamo dentro.
A chi dedichi questa collezione?
Le mie muse ispiratrici sono le spose, quindi dedico sempre le mie collezioni a loro e alla loro personalità. Non ho come riferimento una figura astratta, al contrario sono figure concrete che vivo quotidianamente nel mio atelier a Oleggio. Quando disegno le mie collezioni penso al loro.
Una parola con cui definiresti questa nuova collezione, anche in relazione alla scelta dei materiali.
Leggerezza. Quando parlo di libertà parlo anche di leggerezza. Mi ispiro all’idea di una sposa “aerea” , mai pesante. Ho lavorato molto con il mikado nella linea Classic, ma in maniera leggera e destrutturata. Immagino una sposa che quando cammina sfiora il terreno, quasi sospesa come in un sogno. Questa è la sensazione che ho voluto dare.
Quest’anno molte spose sono state costrette a rinunciare al loro matrimonio a causa degli eventi che ci hanno colpito. Come pensi che tutto questo stia influendo sulla scelta dell’abito? Pensi che le spose ne acquisteranno uno nuovo?
Non c’è bisogno di cambiarlo. Io ribadisco sempre che l’abito da sposa viene scelto con il cuore, non esiste una vera e propria tendenza. Se l’abito è curato nei tessuti, nei particolari e ti ha fatto emozionare, non c’è assolutamente bisogno di cambiarlo. Bastano piccoli particolari per renderlo diverso, movimentato e trasformabile.
I miei abiti sono sempre trasformabili.
Penso che ogni avvenimento importante tenda a influenzare la sensibilità e la creatività di un artista. Ciò che abbiamo vissuto nei mesi passati, credi possa influire in qualche modo sulle tue prossime creazioni?
Quanto è accaduto mi ha fatto ulteriormente pensare alla mia creatività. Diciamo che si è sviluppata ancora di più. C’è questa voglia di creare cose nuove, diverse. Ho disegnato accessori molto belli per l’inverno, giacche, cappe, cappotti. Tutti elementi che rendono ancora più importante l’abito.
La creatività quindi è andata avanti, ma senza dubbio c’è bisogno di più concretezza: quest’anno le collezioni sono più rigorose. Troviamo, infatti, abiti più vendibili e meno “da sfilata”.
Siamo al primo trunk show della nuova collezione. Che sensazioni hai avuto dalle spose che hai incontrato.
La sensazione è stata molto bella. C’è una gran voglia di matrimonio, di unione, di stare insieme. Ho notato che le spose si lasciano consigliare dai professionisti. Vogliono sentirsi coccolate nella scelta di un abito speciale, sartoriale, realizzato con tessuti importanti, ricco di dettagli. Mi sono resa conto che prestavano molta attenzione a questi particolari, li notavano. È una cosa eccezionale riuscire a riconoscere un abito che veste la propria felicità.
Anche io ho avuto modo di notare una maggiore attenzione verso i dettagli. È di certo una cosa positiva.
Sì. Infatti colgo l’occasione per dire a tutte le spose di toccare gli abiti, di sentirli per poter apprezzare davvero la struttura di un abito italiano, cucito e studiato in Italia.
In questo momento storico è molto importante dare spazio al Made in Italy che, altrimenti, rischia di subire una battuta d’arresto non indifferente.
Lo dico sempre. Puntiamo sul nostro mercato. Siamo geniali, abbiamo una fantasia notevole. Scegliamo un prodotto italiano: ha un valore aggiunto. L’abito viene fatto su misura, è unico e costruito sulla sposa. La mette al centro e riesce a tirare fuori ciò che davvero ha dentro.
Roberta Torresan Wedding Planner & Designer