Professionisti del wedding. Simone Bianchini: fiori per emozionarsi
Floral designer romano con il sogno di un tavolo imperiale a Trinità dei Monti, Simone Bianchini racconta al nostro magazine il suo amore per i fiori.
Solo poche settimane fa è arrivata la notizia tanto attesa dal nostro settore: il 15 giugno riprenderanno i nostri amati matrimoni. Con tutte le precauzioni del caso, ovvio, ma finalmente si intravede quel ritorno alla normalità che tanto abbiamo agognato.
In questa lunga annata, come più volte ho avuto occasione di dirvi, non ho mai gettato la spugna. Anzi, sempre pensando alle mie spose, ho realizzato alcuni shooting in location da sogno che hanno richiesto la partecipazione di professionisti del settore.
È per questo che ho deciso di dare il via a una rubrica dedicata a loro, ai professionisti del wedding, che hanno sempre accolto ogni mio lampo creativo con solido entusiasmo e ineguagliabile impegno.
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Simone Bianchini: floral designer
Ad aprire le danze c’è Simone Bianchini, amico e compagno di molti viaggi professionali. Di origine romana, classe ’76, si è formato alla Scuola d’arte floreale di Milano. Segni particolari: eclettico.
Oggi si racconta al nostro magazine con un’intervista che spero amerete quanto ho amato io.
“Con il tempo ho capito quanto i fiori potessero essere lo strumento per eccellenza per emozionare ed emozionarmi”
Come è cominciata la tua carriera da floral designer?
Tutto è iniziato dall’idea di creare un ambiente aperto al pubblico e volto alla gratificazione dei clienti.
Nel 2011 mi venne l’idea di aprire un flower bar, un luogo in cui trovarsi e ritrovarsi per un pubblico di tutte le età, ma per motivi soprattutto burocratici, portare avanti quest’idea si è rivelato complicato.
Da lì la decisione di frequentare un corso da Flower design a Milano e la scelta di aggirare l’ostacolo dando vita a Flör, un bellissimo negozio di fiori, vino e cioccolato: un ambiente davvero accogliente con carta da parati, musica di sottofondo, mobili in legno di una vecchia farmacia tutti sbiancati e un piccolo angolo bar dove “offrire” caffè e dolci fatti in casa.
Il mood dello store era racchiuso nelle FlörBag, una sorta di take away con all’interno una composizione floreale, 1 bottiglia di vino e 1 confezione di cioccolato e piccoli dragees con un packaging molto curato.
Amore per i fiori. Ti va di raccontarlo in poche parole?
Con il tempo ho capito quanto i fiori potessero essere lo strumento per eccellenza per emozionare ed emozionarmi; il mezzo attraverso il quale poter esprimere la mia sensibilità e la mia soggettiva creatività. Il mio modo puro per comunicare.
Ti confido che ho maturato questa consapevolezza solo oggi. Anni fa si presentò un’importantissima occasione di lavoro che rimescolò completamente le carte. Fui contattato per un evento di un’importante compagnia aerea. Fu qualcosa di sconvolgente, un’emozione unica e irripetibile, un evento mondiale ed io anche in quell’occasione ero inconsapevole di quello che stava succedendo: quest’evento mi stava aprendo le porte come fornitore di fiori per gli aeroporti più importanti d’Italia. Ancora non me ne rendevo conto, ma era la prima volta in Italia che entravano i fiori in aeroporto.
Creatività e progettazione: Come si svolge il tuo processo creativo?
Il mio processo creativo nasce dalla curiosità e dal mio forte spirito d’osservazione. Prendo spunto da tutto ciò che mi circonda: negozi di arredamento, riviste, arredi di locali, location (motivo per cui per me è fondamentale fare sempre il sopralluogo ), dall’ambiente e, nel caso di matrimonio, da una approfondita intervista agli sposi.
Mi piace definirmi Geppetto perché mi affascina molto l’idea della materia che prende forma. Comincio dall’ideazione e creazione di strutture e complementi di arredo (vedi i lampadari in cotone con nappe realizzati per uno dei nostri shooting: 400 nappe cucite a mano). Poi passo alla scelta del fiore, del suo colore, della texture e ne valuto l’affinità con il resto dell’allestimento.
“Mi affascina molto l’idea della materia che prende forma”
Insieme abbiamo realizzato alcuni shooting unici, bellissimi.
Per me hanno avuto lo stesso processo creativo, condito in questo caso da una forte intesa con te: non sempre capita! Il lavoro prende tutta un’altra piega quando c’è rispetto delle proprie competenze, fiducia reciproca e apertura al confronto.
L’allestimento intorno alla quercia è stato meraviglioso. Abbiamo prima di tutto rispettato l’ambiente costruendo intorno alla quercia questo tavolo circolare. C’era l’intenzione di provocare la naturalezza del posto con l’allestimento caldo e austero della mise en place e i colori decisi del runner floreale. La quercia era a tutti gli effetti testimone delle stagioni della vita.
Spose e fiori. Peonie a parte, mi racconti qualche curiosità o fissa?
Domando sempre alle coppie se vogliono inserire i fiori perché ne comprendono il potere emozionale o solo perché non potrebbero sposarsi senza. Per questo chiedo loro di trasferirmi l’importanza che vogliono dare all’allestimento.
Con le coppie di sposi scatta quasi sempre una reciproca fiducia, il più delle volte infatti riesco con naturalezza e senza forzatura alcuna a comunicare le motivazioni per cui alcune scelte possono risultare improprie o poco adatte all’impronta che vogliono dare al matrimonio.
Si fanno influenzare molto dai social ma non sempre riescono a “cucinare” ciò che vedono. Ma questo è anche il mio lavoro.
Cosa vorresti realizzare che non hai ancora fatto?
Più che realizzare qualcosa che non ho fatto mi piacerebbe molto continuare ciò ho cominciato a fare molto tempo fa.
Fare allestimenti veri e propri nei vari angoli di Roma. Cominciai con un installazione notturna Urban Flower a Castel Sant’Angelo. Sai che bello sarebbe fare un tavolo imperiale sulla scalinata di Trinità dei Monti?
La mia intervista a Simone Bianchini inizia e finisce con un sogno e ne sono felice perché i sogni sono la cosa in cui credo di più.
Roberta Torresan Wedding Planner & Designer