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Category Archives: wedding planner Italia

Pantone 2026: Cloud Dancer e la visione anticipata al Meet Up Wedding Planners Pro

Pantone 2026: Cloud Dancer e la visione anticipata al Meet Up Wedding Planners Pro

Pantone 2026: la storia di un colore che abbiamo indossato prima che esistesse

Ci sono momenti nella mia vita professionale che arrivano con una forza silenziosa, senza clamore, ma con un messaggio così chiaro che solo dopo riesco davvero a decifrarlo.
La serata finale del Meet Up Wedding Planners Pro 2025 è stata uno di quei momenti.

Ricordo ancora la sensazione che ho provato quando sono entrata a Spazio Novecento: una distesa di luce morbida, una sala viva di riflessi, oltre trecento wedding planners avvolte dal bianco. Un bianco che sembrava respirare. Un bianco che raccontava qualcosa che non avevamo ancora detto ad alta voce.

Non sapevamo che poche settimane dopo Pantone avrebbe annunciato il pantone 2026: Cloud Dancer, un bianco naturale, vellutato, appena caldo.
Eppure, quella sera, senza conoscerlo, noi stavamo già vivendo Cloud Dancer.

La notte in cui ho sentito arrivare qualcosa di nuovo

Quando ho scelto il dress code total white per la cena di gala, volevo creare un’esperienza: non un trend, non un effetto visivo, ma un’atmosfera.
Sentivo che quel bianco avrebbe parlato da solo.
Sentivo che era il momento di rallentare, di alleggerire, di far respirare lo sguardo.

Ma non avrei mai immaginato che quella scelta estetica si sarebbe rivelata un annuncio anticipato del pantone 2026.

Oggi, ripensandoci, mi sembra quasi poetico.

Le wedding planner si muovevano nella sala come onde di luce, in un continuo fluire.
Ogni gesto illuminava il tessuto, ogni sorriso diventava un riflesso, ogni incontro un bagliore.

E mentre osservavo quella scena, ho sentito chiaramente che qualcosa stava cambiando.
Era come assistere a un nuovo capitolo del nostro settore che prendeva forma davanti ai miei occhi.

pantone 2026

Cloud Dancer: quando Pantone parla la stessa lingua del nostro cuore professionale

Quando Pantone ha definito Cloud Dancer come “un sussurro di calma in un mondo rumoroso”, ho avvertito una risonanza immediata.
Perché quella frase racconta esattamente ciò che abbiamo vissuto al Meet Up.

Il pantone 2026 non è un bianco qualunque:
è un bianco che accoglie, non che abbaglia; che respira, non che impone; contiene, non che svuota.

Questo colore sembra creato per raccontare il nostro mondo:
un mondo che pulsa di emozioni, di responsabilità, di dettagli microscopici che determinano interi universi sentimentali.

Cloud Dancer è il colore della cura.
Della delicatezza.
Della presenza.
E soprattutto dell’inizio.

E il wedding planning, da sempre, è un’arte dedicata agli inizi.

Quello che ho visto a Spazio Novecento oggi ha un nome: Cloud Dancer

Le planner, avvolte nel loro total white, sembravano parte integrante dell’allestimento.
Si muovevano tra:

  • tavoli specchiati
  • elementi in vetro
  • superfici lunari
  • luce diffusa
  • riflessi morbidi
  • e tutto dialogava con il bianco dei loro abiti.

Oggi so che, senza volerlo, abbiamo creato uno spazio completamente immerso nella vibrazione del pantone 2026 Cloud Dancer.

Ma quella sera non era un concetto: era un’esperienza.

Ed è proprio questo che rende Cloud Dancer così potente.

È un colore che non domina: accompagna.

pantone 2026

Il bianco è il colore più difficile da governare. Ed è per questo che l’ho scelto.

Il bianco è il colore della verità.

Chi lavora nel mondo del design lo sa bene:
il bianco non concede distrazioni, non perdona errori ma amplifica ogni intenzione.

Per questo nel luxury wedding è uno dei colori più complessi, più rischiosi e più affascinanti.

A Spazio Novecento lo sapevo:
quel total white ci avrebbe costretti a essere impeccabili.
A essere coerenti.
A essere autentici.

Non c’è niente che “mascheri” il bianco.
E questo, per me, era il messaggio.

Perché in un settore spesso sovrastimolato, rumoreggiato da mille tendenze che nascono e muoiono con la stessa velocità, avevo bisogno che noi planner ci dessimo il permesso di tornare all’essenziale.

Ed è questo che il pantone 2026 dichiara al mondo:
un ritorno a ciò che conta.

Il pantone 2026 come risposta a un mondo saturo

Viviamo in una società che ci chiede costantemente di fare, di mostrare, di migliorare, di essere ovunque.
E questo vale anche per le coppie, per i fornitori, per chi organizza eventi.

Siamo saturi di stimoli, di immagini, di messaggi visivi.

Cloud Dancer arriva come un respiro.
Come un “finalmente”.

E penso che proprio per questo noi planner lo abbiamo sentito prima che fosse definito:
perché viviamo da vicino questo sovraccarico, e sappiamo quando si è superata la soglia.

Il pantone 2026 è un invito a:

  • creare spazio
  • alleggerire
  • semplificare
  • fare chiarezza
  • ritrovare un ritmo

Questo non significa progettare meno, anzi:
significa progettare meglio.

Con più intenzione, con più cura e più ascolto.

pantone 2026

Il Meet Up come specchio del cambiamento

Ogni anno, il Meet Up non è solo un evento: è un termometro del settore.
È un luogo in cui ci ascoltiamo, ci confrontiamo, ci ricarichiamo.
È la nostra occasione per guardare dall’alto l’onda che arriva e scegliere come cavalcarla.

La scelta del bianco, oggi lo capisco meglio, è stata la nostra risposta collettiva a una necessità profonda:
la necessità di ripartire da una tela pulita.

E Cloud Dancer è esattamente questo:
una tela.
Una promessa.
Una possibilità.

Cosa racchiude davvero Cloud Dancer (e perché parla così tanto di noi)

Cloud Dancer è un bianco che vibra di:

1. Purezza emotiva

Non ingenua, ma consapevole.

2. Eleganza naturale

Non strutturata, non calcata, non pretenziosa.

3. Luce morbida

Che accarezza, non che abbaglia.

4. Trasparenza

Che invita alla verità, alla cura, alla precisione.

5. Nuovi inizi

Quelli che scegliamo ogni giorno quando decidiamo di accompagnare una coppia nel loro momento più importante.

In ogni progetto internazionale, ogni tavolo, ogni texture, ogni drappeggio, io cerco sempre un colore che non si limiti a “decorare”, ma che parli.

E Cloud Dancer parla.
Racconta.
Invita.

Per questo il pantone 2026 mi emoziona così tanto: perché sento che racconta esattamente la direzione che il wedding design prenderà nei prossimi anni.

Come ho vissuto, da professionista, la rivelazione del Pantone 2026

Quando Pantone ha annunciato ufficialmente il colore, ero sul treno.
Ho aperto il comunicato e ho sorriso.
Un sorriso pieno, pienissimo.

Perché la mia mente è tornata immediatamente alla serata del Meet Up.
Alle planner che brillavano come particelle di luce.
Alla calma che si respirava.
A quel bianco che ci aveva abbracciate tutte.

E ho pensato:
“Lo avevamo capito. Lo avevamo già scelto.”

E forse questo è uno dei doni più belli del nostro lavoro:
la capacità di anticipare, di intuire, di sentire prima degli altri ciò che si muove nel mondo.

Il pantone 2026 non mi ha sorpreso:
mi ha confermata.

pantone 2026

Cosa significa Cloud Dancer per il futuro del wedding design

Vedo un futuro in cui il wedding sarà sempre più:

  • pulito
  • essenziale
  • caldo
  • poetico
  • naturale
  • immersivo
  • profondamente umano

Vedo un futuro in cui le scenografie cercheranno meno l’effetto “wow” immediato e più l’effetto “ricordo”.

In cui la bellezza non sarà gridata, ma respirata.

In cui le coppie cercheranno spazi visivi che restituiscano calma, presenza, autenticità.

Rivedere la nostra serata con la consapevolezza di oggi

Quando guardo le fotografie, vedo molto più di una cena di gala.
Vedo:

  • un settore unito
  • una comunità che cresce
  • donne che brillano
  • colleghe che diventano onde
  • una visione condivisa
  • un momento di transizione
  • un nuovo inizio

E tra tutte le immagini, ce n’è una che porto nel cuore:
io che osservo, in silenzio, quella distesa di bianco che sembrava infinita.

Quella visione, oggi, ha un nome: Cloud Dancer.

E sapere che il mondo del design lo celebrerà per tutto il 2026 mi riempie di gratitudine.

Perché sento che, quella notte, abbiamo dato vita a qualcosa più grande di un allestimento.
Abbiamo dato forma a un sentire collettivo.

Pantone 2026: un colore che ci restituisce a noi stesse

Cloud Dancer ci chiede di essere:

  • gentili
  • intenzionali
  • precise
  • presenti
  • autentiche

Ci ricorda che possiamo creare bellezza senza sovraccarico.
Che la sottrazione è una forma di cura, la leggerezza è un valore e che il silenzio ha una sua potenza.

E questo, per me, è il regalo più grande del pantone 2026.

È un colore che parla a noi planner, al nostro bisogno di ritrovare direzione.
E parla alle coppie, al loro bisogno di sentirsi viste, accompagnate, comprese.

pantone 2026

Conclusione: Cloud Dancer è il nostro nuovo inizio

La sera del Meet Up 2025 non sapevamo di stare indossando il futuro.
Non sapevamo di stare raccontando il Pantone 2026.
Non sapevamo di essere, ancora una volta, un passo avanti.

Ma oggi lo so.
Oggi lo vedo.

Quel bianco non era un caso.
Era una chiamata.
Un’intuizione.
Un allineamento.

Pantone lo chiama Cloud Dancer.
Io lo chiamo una promessa mantenuta.

E so che da qui inizierà un nuovo capitolo:
più luminoso, più pulito, più consapevole.

Un capitolo che scriveremo insieme, come sempre.

Roberta Torresan

Wedding Planner & Designer

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Come scegliere la Wedding Planner giusta quando il budget è alto: lezioni imparate da una sposa

Come scegliere la Wedding Planner giusta quando il budget è alto: lezioni imparate da una sposa

Organizzare un matrimonio con un budget a sei zeri non rende automaticamente più semplice scegliere la Wedding Planner giusta. Al contrario: il mercato è pieno di professionisti che si presentano come “star” del settore, con pagine Instagram impeccabili e menzioni su riviste come Vogue o Brides, ma che – messi alla prova – mostrano gravi carenze logistiche e organizzative.

Ecco i consigli pratici di una sposa che, partendo da un processo simile alla due diligence usata nel suo lavoro, ha intervistato oltre 20 candidati prima di scegliere la Wedding Planner.

 

1. Parti dai tuoi bisogni reali, non dai desideri estetici

Prima di parlare di fiori, colori o atmosfere, devi chiarire i fondamentali:

  • Che tipo di venue hai scelto (hotel, villa, tenuta privata, resort, destinazione estera)?
  • Quanti ospiti prevedi?
  • Qual è il budget reale e quello flessibile?
  • Ci sono tradizioni culturali da rispettare?
  • Quali piani B servono per il meteo?

 

Molti planner parlano di “anni di esperienza” senza entrare nei dettagli.

Chiedi numeri concreti: Quanti matrimoni hanno realmente gestito? Quanti ospiti massimi hanno coordinato?
La lezione chiave: logistica ed esperienza prima dello stile.

Un matrimonio bellissimo che però sfora il budget, o che procede nel caos, non vale nulla.

 

2. Fai scouting con metodo e osserva i tempi di risposta

Crea un’email dedicata al matrimonio e un Google Doc per raccogliere risposte e impressioni.
Quando contatti i planner:

  • sii trasparente su budget e visione;
  • osserva come e quando rispondono (i migliori lo fanno entro 24 ore, con professionalità e chiarezza);
  • diffida di chi ti propone contratti standard senza nemmeno valutare se è adatto al tuo evento.

La reattività iniziale è spesso un’anteprima di come sarà la comunicazione nei mesi successivi.

 

3. Struttura le interviste in più round

Un incontro non basta. Prevedi almeno due fasi:

  • Prima intervista (30–40 min): valutare professionalità, esperienza specifica sul tuo tipo di matrimonio, capacità logistiche.
  • Seconda intervista (altre 30 min, anche con il partner): porre domande più dure, su imprevisti, sforamenti di budget, gestione di famiglie complicate o conflitti culturali.

Domande cruciali:

  • Quanti matrimoni seguite all’anno?
  • Qual è la vostra struttura di fee (flat, percentuale)? 
  • Raccontatemi un disastro che avete gestito e come lo avete risolto.
  • Come strutturate la comunicazione con la coppia?

Durante le interviste valuta:

  • rispetto del tuo tempo e del tuo ruolo di cliente;
  • chiarezza e onestà (senza condiscendenza);
  • capacità di insegnarti qualcosa di nuovo sulla logistica;
  • equilibrio tra fermezza e cordialità.

 

4. Non confondere marketing con competenza

Instagram, riviste patinate e recensioni online sono facciate curate, non garanzie di qualità.

Ricorda: chiunque può definirsi “wedding planner” senza alcuna competenza ed esperienza reale.
La vera prova è la conversazione diretta e la capacità di rispondere in modo concreto e puntuale alle tue domande.

 

5. Non fermarti ai primi 3 candidati

Anche se uno dei primi candidati ti sembra “quello giusto”, intervista almeno 10–15 professionisti prima di scegliere la Wedding Planner.

Solo così sviluppi un occhio critico per distinguere il livello “medio” da chi ti offre un servizio davvero eccezionale.
È un po’ come nelle relazioni: non sposi la prima persona che incontri, non dovresti nemmeno affidare centinaia di migliaia di euro al primo planner che risponde.

 

6. Ultimo filtro: stile e “wow factor”

Una volta scremati i candidati competenti, puntuali e logisticamente solidi, puoi lasciarti guidare da estetica e affinità personale:

  • il loro stile visivo è compatibile con i tuoi gusti e la tua cultura?
  • ti piacerebbe prendere un caffè con loro e introdurli alla tua famiglia?
  • ti trasmettono entusiasmo ed energia positiva?

Il planner perfetto deve farti pensare: “Sì, mi fido a mettere il mio giorno più importante nelle loro mani.”

 


Il mercato del wedding planning è saturo e poco trasparente.

Molti professionisti investono più in immagine che in competenza.

La chiave per non farsi travolgere è affrontare la scelta come un vero processo di selezione: con metodo, pazienza e domande difficili.

Ricorda: sei tu il cliente, non devi sentirti “fortunato” ad essere accettato da un planner di lusso. Sei tu a decidere chi merita di gestire il tuo investimento e il tuo sogno.

In sintesi: logistica prima dello stile, competenza prima del glamour.
Quando trovi una planner che ti convince su entrambi i fronti, allora sì: hai trovato la persona giusta.

 

 

Condivido in pieno.

Se sei una Sposa, prendi ispirazione.

Se sei una Planner, prendi nota.

 

Roberta Torresan

Wedding Planner & Designer

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Il Lavoro della Wedding Planner: le cose che non sono cambiate (e non dovrebbero cambiare)

Il Lavoro della Wedding Planner: le cose che non sono cambiate (e non dovrebbero cambiare)

In un settore in continua evoluzione come quello del lavoro della wedding planner, è facile lasciarsi affascinare dalle novità.
Parliamo spesso di nuove tecnologie, trend emergenti, social network, AI, design futuristici. Ed è tutto vero: il mondo del matrimonio è in movimento costante. Le piattaforme si moltiplicano, gli strumenti si affinano, le ispirazioni arrivano da ogni angolo del mondo.

Eppure, dopo oltre quindici anni passati a progettare matrimoni esclusivi in Italia per clienti internazionali, mi rendo conto che ci sono alcune verità che non sono mai cambiate. Anzi, sono proprio queste a fare la differenza tra un evento semplicemente “bello” e un’esperienza autentica, impeccabile, memorabile.

Ecco quali sono, secondo me, i capisaldi che resistono al tempo e che dovrebbero restare sempre al centro del lavoro della wedding planner.


1. Le relazioni restano la cosa più importante di tutte

Matrimoni, eventi, celebrazioni: nulla di tutto questo accade in solitudine. Il nostro è un lavoro profondamente relazionale.
Costruito su connessioni umane, fiducia reciproca, stima professionale.

Quando una coppia mi sceglie, non lo fa solo per il mio portfolio o per i miei progetti. Lo fa perché percepisce in me una figura di riferimento in grado di guidarli, comprenderli, rassicurarli.

Lo stesso vale per i fornitori: negli anni ho costruito una rete solida, fatta di professionisti che sanno lavorare in sinergia. Perché si fidano di me, e io di loro.

E la verità è questa: non puoi automatizzare la fiducia.
Non puoi sostituire il rispetto umano con un software.
Le persone scelgono ancora le persone. E io credo che questa sia una fortuna.


2. L’esperienza è (e sarà sempre) il vero prodotto

Il design è importante. La logistica è fondamentale. Ma alla fine, ciò che resta davvero è ciò che le persone provano.

Un matrimonio non è un set fotografico. È un evento carico di emozioni, ricordi, significati. Se gli ospiti non vivono un’esperienza coinvolgente, se la coppia non si sente davvero rappresentata, tutto il resto perde valore.

Non bastano gli allestimenti scenografici, né le location da sogno.
Serve un’intenzione chiara dietro ogni scelta.
Serve un racconto coerente.
Serve emozione, non solo estetica.

Nel mio lavoro, mi occupo proprio di questo: trasformare la bellezza in un’esperienza sensoriale e relazionale che tocca il cuore. È lì che avviene la magia.


3. I dettagli fanno la differenza tra un’amatoriale e un professionista

Un matrimonio ben riuscito sembra semplice. Ma dietro quella semplicità c’è un’enorme quantità di lavoro invisibile.

C’è chi controlla che le luci del tramonto siano perfette sulla cerimonia.
Chi percepisce che la musica deve abbassarsi di due decibel.
Chi sa che il momento del brindisi va posticipato di 5 minuti per evitare un ritardo della cucina.

Sono piccoli dettagli. Ma sono questi che rendono un evento davvero professionale.

Il mio team e io lavoriamo in anticipo, in profondità, con precisione chirurgica. Perché ogni sfumatura conta. E perché un matrimonio perfetto è fatto anche (e soprattutto) di cose che nessuno noterà, proprio perché tutto è andato come doveva andare.


4. La comunicazione chiara è la chiave del successo

Possiamo avere i migliori strumenti digitali del mondo, app per la gestione del planning, fogli di calcolo dettagliati, moodboard interattive…
Ma se non c’è una comunicazione efficace, nulla funziona davvero.

Nel mio lavoro, mi sforzo ogni giorno di essere trasparente, tempestiva, diretta. Con i clienti, con i fornitori, con i collaboratori.

Questo significa:

  • Dare risposte puntuali

  • Anticipare le criticità

  • Gestire i feedback con professionalità

  • Non lasciare mai nulla al caso o all’interpretazione

Perché il matrimonio è anche una questione di energia emotiva. E una comunicazione chiara permette a tutti di lavorare meglio… e alla coppia di sentirsi al sicuro.


5. I clienti vogliono (e meritano) sentirsi nelle mani giuste

Non importa quale sia il budget e da dove provengano gli Sposi. Quando si tratta del loro matrimonio, vogliono sentirsi protetti.

Vogliono sapere che c’è qualcuno che tiene le redini.
Che sa cosa sta facendo.
Che ha tutto sotto controllo.
Che può risolvere un imprevisto in silenzio, senza farlo diventare un problema.

La mia missione è proprio questa: portare pace mentale.
Fare in modo che ogni mio cliente possa godersi il percorso, senza stress, senza ansie, senza preoccupazioni. Perché dietro ogni decisione, ogni scelta, ogni tempistica, c’è qualcuno che ha pensato a tutto con cura e competenza.

E questa, per me, è la forma più alta di lusso.

Amo il cambiamento.
Mi aggiorno continuamente.
Accolgo con entusiasmo ogni strumento che può aiutarci a lavorare meglio.

Ma ci sono principi che non solo resistono al tempo: sono proprio quelli che danno senso al lavoro della Wedding Planner.
E sono convinta che dovrebbero restare sempre al centro del nostro modo di progettare matrimoni.

Perché alla fine, ciò che conta davvero è far sentire le persone importanti, ascoltate, sorprese e amate.

E questo – per fortuna – non passerà mai di moda.

Roberta Torresan

Wedding Planner & Designer

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Matrimonio total white: il sogno luxury di Leonardo e Polina

Matrimonio total white: il sogno luxury di Leonardo e Polina

Bianco, bianco e ancora bianco, il tutto trapuntato da dettagli luxury. È questa l’essenza del matrimonio total white di Leonardo e Polina che non vedo l’ora di raccontarvi in questa pagina.

“Il bianco è il profumo dei colori” Roberto Peregalli

 

Il 25 giugno a Rimini, Leonardo e Polina hanno celebrato il loro matrimonio con parenti ed amici. Per il giorno del loro “sì”, i nostri bellissimi sposi desideravano esclusività, lusso e bianco. Tanto bianco.

Quanto da loro richiesto ha ingolosito la mia creatività e quella del mio team con il quale ho potuto lavorare, anche in questa occasione, a un progetto irripetibile, certamente emozionante considerata l’energia impiegata per la realizzazione dell’allestimento.

Ma veniamo ai dettagli

Realizzare l’esclusività

Polina e Leonardo hanno celebrato la cerimonia e accolto gli ospiti per il ricevimento in una lussuosissima abitazione privata. Nella cappella all’interno della tenuta si è tenuto il rito; nei meravigliosi giardino si è svolta la festa degli sposi: cena, danze e taglio della magnificente wedding cake.

Matrimonio total white: un allestimento su misura 

All’interno dell’abitazione privata abbiamo dovuto inventare da zero lo spazio destinato al ricevimento. Il desiderio di uno stile luxury intinto nel bianco latte ci ha guidato nella realizzazione di un sogno vero e proprio.

Per il matrimonio total white di Polina e Leonardo abbiamo:

  • pensato a una pedana bianca effetto specchio che ha letteralmente lasciato senza parole sposi e ospiti;
  • installato una tensostruttura, avvolta dai giardini e sovrastata dal cielo di Rimini;
  • allestito la mise en place con tovagliati esclusivamente bianchi, piatti trasparenti con bordo dorato; bicchieri e candelieri, anch’essi trasparenti, che moltiplicavano la predominanza del bianco; composizioni floreali naturalmente bianche;

  • scelto sedute bianche con struttura gold che riprendeva il motivo dei piatti;
  • disposto tende morbidissime sulla tensostruttura per conferire all’ambiente leggerezza;
  • completato l’atmosfera con lampadari in cristallo, il tocco luxury che nessuno si aspettava.

 

K Over Luxury

 

Il bianco ha regnato durante tutto il ricevimento, elegante come non mai, in una versione total, contemporanea, Torresan.

 

Credit

Flower design: Sartoria Floreale

Foto: Morlotti

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

 

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Matrimonio a Portofino: tre giornate ocean view per Mandy e Glenn

Matrimonio a Portofino: tre giornate ocean view per Mandy e Glenn

Eleganza, design, tanto calore e un amore vista mare: queste parole racchiudono alla perfezione le tre giornate dedicate a Mandy e Glenn e al loro matrimonio a Portofino.

 

Questa è la storia di un amore romantico, quello di Mandy e Glenn, innamoratissima coppia canadese che ha scelto Portofino e la Liguria come destination wedding.

Perché sposarsi a Portofino?

Il matrimonio a Portofino è diventato il sogno di molte coppie italiane e americane che non sanno resistere al piccolo gioiello ligure che unisce la bellezza italiana al fascino irresistibile di una vita o, semplicemente, di un evento extra-lusso ocean view.

Sì, è vero a Portofino l’oceano non c’è, ma l’amore celebrato sul mare che si unisce all’orizzonte rappresenta tutto ciò che abbiamo sempre amato nei film americani. E noi per Mandy e Glenn abbiamo saputo ricreare questa magia.

Matrimonio a Portofino: il matrimonio di Mandy e Glenn

Il matrimonio di Mandy e Glenn si è svolto in tre giorni:

  • giorno 1: rehearsal dinner a Splendido Mare Belmond Hotel, luogo iconico a Portofino perfetto per chi è alla ricerca di relax e vita mondana;
  • giorno 2: welcome party sulla spiaggia dell’ Eight Hotel Paraggi;
  • giorno 3: cerimonia ocean view e ricevimento a Villa Durazzo, Santa Margherita Ligure.

Welcome Party 

Ogni momento di festa è stato accomunato da un’eleganza semplice costruita su oggetti di design e colori tenui che lasciavano parlare il paesaggio.

 

Per il welcome party all’Eight Hotel Paraggi Hotel, il bianco è stato il colore predominante. Ai gazebi e alle sedute white abbiamo abbinato complementi dalle finiture naturali come lanterne e portacandele; i tavoli erano invece decorati con vasi colorati di diverse forme.

Cerimonia vista mare

La cerimonia e il ricevimento di Mandy e Glenn si sono svolti a Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure, dimora storica di grande prestigio con giardino all’italiana e un’impareggiabile vista mare.

Il mar Ligure che sembra abbracciare la location è stato lo sfondo della cerimonia e non ha avuto bisogno di ulteriori decorazioni se non delicate composizioni floreali bianche posizionate sulla balaustra, tra i bossi e tra le piante di cycas.

Ricevimento: un design delicato e prezioso

Per il ricevimento abbiamo abbandonato il bianco per dare spazio a una palette davvero particolare e per niente scontata che metteva insieme:

  • il corallo, presente nel decoro del piatto e nei bicchieri;

  • il malva, protagonista delle composizioni floreali create da Simone Bianchini;

  • l’ottanio, definitivo grazie alla presenza delle bellissime sedie che circondavano il tavolo imperiale.

Il tocco che ha lasciato sposi e ospiti senza fiato è stato il tavolo mirror. Sulla sua superficie lucida, senza tovagliato, si specchiava l’affascinante palazzo e la natura verdeggiante che avvolge la dimora.

La deliziosa cena è stata preparata dal ristorante tre stelle Michelin da Vittorio.

 

Foto Varna Studios 

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

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Matrimonio natural chic: la versione di Mattia e Marion

Matrimonio natural chic: la versione di Mattia e Marion

Ispirazioni naturali, eleganza diffusa e infine un’esplosione di colore. Sono queste le linee guida per il matrimonio natural chic pensato per Mattia e Marion.

 

Questo è il racconto del matrimonio da sogno di Mattia e Marion, coppia italo-francese che ha scelto Roma, la nostra meravigliosa capitale, come destination wedding.

Desideri particolari? Un matrimonio unico alla ricerca di una semplicità unica, riconoscibile e con pochi ma bellissimi elementi d’effetto.

Quella che voglio condividere con voi oggi è la mia personale interpretazione di un matrimonio natural chic, in una versione, su misura, per Mattia e Marion.

 

Matrimonio natural chic: la bellezza bucolica di Borgo della Merluzza

Dalla cerimonia alla cena, la giornata si è svolta a Borgo della Merluzza, il palcoscenico giusto per un evento progettato per mettere al centro la natura.

Il rito simbolico è stato celebrato nell’anfiteatro circolare: lo sfondo naturale offerto da Borgo della Merluzza è stato l’ingrediente principale dell’allestimento; composizioni floreali lungo la navata e sul perimetro dell’anfiteatro decoravano la pietra.

Gli ospiti sono stati accolti per il ricevimento sul prato della villa: tutti gli arredi erano rigorosamente selezionati in toni neutri e si integravano perfettamente nel quadro generale.

 

Stile natural chic con incursioni colorate e romantiche

Come già saprete, un natural chic wedding che si rispetti si innesta principalmente sulle sfumature del crema e del beige. Combinazioni con un’indole piuttosto rustica che non era quello che volevamo per il matrimonio di Mattia e Marion.

Come doveva essere il nostro matrimonio in stile natural chic? Sobrio, elegante, moderno e, sì, connotato da un’anima a colori. Vi racconto quali elementi e quali arredi ci hanno permesso di realizzarlo.

  • Mise en place con tavolo a vista

 Al posto dei classici tovagliati, sempre di impatto, abbiamo scelto di lasciare scoperti i bellissimi tavoli rettangolari in legno naturale. Nessun runner, nessuna tovaglia, ma solo legno, messo ulteriormente in risalto dai complementi trasparenti utilizzati per la mise en place: piattino pane, bicchieri, portacandele, vasi per composizioni.

  • Sedie in paglia di vienna

La paglia di vienna, ritornata in voga negli ultimi anni, dice natura ma sussurra design. Un dettaglio che ci ha aiutato ad attualizzare l’intero allestimento.

  • Un tensostruttura luminosa

Abbiamo potuto aggiungere un tocco di magia all’ambiente con una tensostruttura ricoperta da luci calde e avvolgenti: un tetto stellato sotto cui emozionarsi e festeggiare l’amore di Mattia e Marion.

  • Composizioni floreali coloratissime

I fiori sono stati la nostra incursione di colore nello stile naturale; con molteplici sfumature di rosa, dalla più dolce a quella più glamour, abbiamo dato vita a un romantico flower power.

 

Cosa ne pensate di questo matrimonio in stile natural chic rivisitato? Io, personalmente, adorissimo.

 

Foto Alessandro Mari – Floral design Simone Bianchini – Cena stellata con Giulio Terrinoni del ristorante PER ME

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

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Destination wedding Firenze: Jacqueline, Matthew e la bellezza italiana

Destination wedding Firenze: Jacqueline, Matthew e la bellezza italiana

Questa è il sogno di Jaqueline e Matthew che hanno scelto di celebrare il loro amore nella città simbolo della bellezza italiana. Questa è la storia del loro favoloso destination wedding a Firenze.

“Più che a ogni altra cosa Firenze somiglia a un sogno”

Jaqueline e Matthew direttamete da Hong Kong, lei australiana lui americano, hanno scelto l’Italia, nello specifico Firenze, per dirsi “sì” davanti a parenti e ad amici.

Per una wedding planner Firenze è un’esperienza e un sogno, non esiste luogo in cui bellezza e arte non siano a portata di sguardo. Ho desiderato due cose in particolare fin dal primo momento: celebrare il loro amore e l’unicità artistica del nostro paese. Sarebbe stato davvero un peccato non farlo per un destination wedding a Firenze.

Il primo passo fondamentale è stato dunque trovare una location che parlasse da sé, che contenesse e racchiudesse ciò che ha fatto innamorare Jaqueline e Matthew di Firenze.

 

Destination wedding a Firenze: Villa Corsini a Mezzomonte

Villa Corsini si è rivelata fin da subito perfettamente in linea con le nostre esigenze.

A soli 7 km da Firenze, Villa Corsini è un gioiello con vista sulle colline del Chianti: vanta una storia unica che ha visto susseguirsi nomi quali Principe Giovan Carlo de’ Medici e Lorenzo il Magnifico; dispone di 20.000 mq di giardini e saloni interni affrescati.

Davvero il luogo perfetto per lo svolgimento dell’intero evento: dalla cerimonia al ricevimento.

Sposarsi a Firenze: cerimonia e festeggiamenti in un giardino all’Italiana

Destination wedding a Firenze vuol dire anche avere la possibilità di celebrare il proprio matrimonio in un meraviglioso giardino all’italiana. Villa Corsini a Mezzomonte dispone di due giardini all’italiana all’interno dei quali abbiamo programmato due momenti chiave della giornata.

Cerimonia

Insieme agli sposi abbiamo scelto di celebrare la cerimonia nel Giardino di Meridione, una meravigliosa finestra sulle colline del Chianti, caratterizzato da una fontana di ninfee circondata da quattro aiuole.

Nelle decorazioni per la cerimonia è stato privilegiato il verde e le rose che riprendevano la vegetazione del luogo ricca di roseti e bossi. 

 

Festeggiamenti finali

I festeggiamenti finali si sono svolti nel giardino delle Pizzughe. Al centro delle geometrie rinascimentali gli sposi hanno tagliato la torta, alle loro spalle fuochi artificiali scintillavano per celebrare quel momento magico e tanto atteso.

Cena in Galleria

La cena ha avuto luogo in uno degli ambienti più suggestivi di tutta la location: la Galleria, una tra le più maestose sale affrescate presenti in Toscana. Sulle sue pareti sono rappresentate le 4 allegorie femminili: poesia, pittura, musica e medicina.

In tutta quella bellezza che ci circondava bisogna valorizzare l’esperienza. Ho dunque proposto ai miei sposi tavoli imperiali con superficie a specchio in cui era possibile godere degli affreschi sul soffitto.

La mise en place sofisticata ed essenziale:

  • non prevedeva tovagliato ma si componeva di stoviglie bianche, posate silver e calici di cristallo; 
  • la decorazione floreale desiderata dalla sposa esplorava una palette che partiva dal rosa per arrivare ai toni intensi del burgundy; 
  • la stationery da tavolo aggiungeva una delicatissima nota decorativa.

 

Ti è piaciuto questo viaggio nel sogno di Jacqueline e Matthew? Io l’ho amato, proprio come amo Firenze.

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

Credit: Foto Enrico Giorgetta/Flower design Sartoria Floreale/Catering Galateo Ricevimenti Firenze

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Destination wedding a Roma: il matrimonio di Celine e Maxime

Destination wedding a Roma: il matrimonio di Celine e Maxime

La stagione matrimoniale 2022 comincia alla grande con il destination wedding a Roma di Celine e Maxime. Celebrato il 12 e il 13 maggio, inaugura la wedding season 2022 by Roberta Torresan.

 

È finalmente arrivato il momento di condividere con voi le emozioni della stagione matrimoni 2022. Molte coppie che hanno rimandato questo giorno per due anni, finalmente si ritrovano a realizzare il loro sogno d’amore ed è un piacere per me essere lì insieme a loro.

Celine e Maxime hanno dato il via: si tratta di una dolcissima coppia proveniente da Bruxelles che ha scelto Roma, la nostra capitale, come destination wedding.

 

Destination wedding a Roma: due giornate di puro romanticismo

L’intero evento si è svolto in due giornate, il 12 e il 13 maggio, avvolte in un’atmosfera già inaspettatamente estiva. Celine e Maxime hanno scelto come location per il welcome party lo storico Hotel Locarno a Roma, un 5 stelle, a due passi da Piazza del Popolo.

Gli sposi hanno accolto gli ospiti, per la cerimonia e per il ricevimento, a Villa Aurelia, molto amata dalle coppie di sposi per la vista di cui gode, per la bellezza dei suoi spazi, l’esclusività che conferisce a ogni evento e il suo giardino che diventa sempre parte integrante nella scenografia del matrimonio.

 

Sobrietà ed eleganza per il matrimonio di Celine e Maxime

Celine e Maxime per il loro destination wedding a Roma sognavano qualcosa di unico, certo, ma elegante per semplicità e sobrietà.

Insieme alla coppia ho lavorato a un design dove il bianco è risultato sempre il colore guida, dalla cerimonia alla mise en place.

La cerimonia

La zona destinata alla cerimonia è stata allestita sul prato: gli elementi presenti erano essenziali ma in alcun modo rendevano l’ambientazione spoglia.

Per il loro matrimonio semplice ma elegante ho pensato ad una passatoia e ad una pedana bianche, quest’ultima leggermente rialzata. Composizioni di soli fiori bianchi aprivano la strada verso il punto della celebrazione e incorniciavano la pedana a mezzaluna.

 

La mise en place

Celine e Maxime hanno preferito un matrimonio con un numero di invitati contenuto. Pertanto nel patio della villa abbiamo allestito due tavoli imperiali attorno alla scacchiera che caratterizza gli esterni della location.

Anche qui il bianco è rimasto dominante grazie:

– alla scelta delle stoviglie decorate con un prezioso bordo, colore oro ripreso anche nelle posate, nei bicchieri e nel timbro di ceralacca apposto sul menu;

– alle composizioni floreali a cui è stato aggiunto un tocco di celeste polvere;

– alle sedute bianche con schienale in paglia di Vienna, un complemento molto apprezzato e attualmente ritornato in voga.

Cosa ha reso questo destination wedding a Roma unico ed elegante?

  • La capitale che ha circondato ogni attimo.
  • La leggerezza in termini cromatici e di design che ha accompagnato l’intero evento.
  • L’amore di Celine e Maxime, innamorati e amati dai loro ospiti.

 

Credit:

Flower designer: Andrea Ceccotti – Catering: California –  Foto: Tali Photographer.

 

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

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Pink party: la differenza si può fare

Pink party: la differenza si può fare

Delicato, floreale, tenue: oggi parliamo di rosa, un colore molto amato tuttavia spesso penalizzato. Scopriamo insieme come realizzare un pink party elegante. Capace di fare la differenza.

 

Quando si parla di pink party si finisce spesso per pensare ai tipici addobbi da addio al nubilato e -ahimè!- a cascate di glitter tra un palloncino rosa e l’altro.

Niente di più sbagliato. Un pink party sofisticato, per bambini ma anche per adulti, si può fare. Come? Accendendo la creatività e andando alla ricerca di una storia da raccontare.

Noi del team Torresan, per la piccola Olivia, abbiamo realizzato la nostra personalissima versione di pink party per festeggiare il suo battesimo.

Pink party: il punto di partenza

Estremamente raffinato, il rosa porta con sé la forza del rosso dolcemente mitigato dal bianco; accende la sensazione di sentimenti positivi; risulta leggero e contemporaneo.

Per Olivia ci siamo lasciati ispirare dalla dolcezza e dalla femminilità di questo colore e con questi elementi abbiamo costruito il nostro racconto soave e danzante.

 

Pink aperitivo con vista

Un aspetto fondamentale da non perdere mai di vista durante l’intera realizzazione dell’evento è stato questo: festeggiare la nascita di una bambina e rendere, allo stesso tempo, ogni emozione e dettaglio accessibili ed estesi al “mondo degli adulti”.

L’aperitivo, suggestivo e illuminato da un carezzevole tramonto romano, si è svolto nel meraviglioso giardino dell’Istituto di Studi Romani. Ad annunciare il tema pink, arredi rosa scuro: divani, poltrone e pouf organizzati in piccole e intime zone living all’interno del giardino.

 

 

Tema ballerina

Per Olivia abbiamo scelto un tema insolito ma davvero speciale che ha guidato gli ospiti per l’intero evento: la ballerina.

Una zona all’interno del giardino è stata allestita con un back drop nei toni del pesca, del bianco e del rosa antico; al centro una sbarra di danza classica con tutù e scarpette; per ogni ospite infine sono stati realizzati piccoli segnaposto in ceramica a forma di scarpette da punta.

pink party

pink party

 

Mise en place in rosa

La tavola per la cena è stata anch’essa delicata e naturalmente in rosa.

Bicchieri, calici, tovaglioli, menu, posate: piccoli passi tra le sfumature del nostro colore protagonista che abbinato al bianco grezzo di piattini e sottopiatti, ispirati a pizzi e merletti, ha generato un risultato estremamente gradevole ed elegante.

 

Pink party: lo sweet table

Lo sweet table si è trasformato in un micro universo unico e dolcissimo.

Lì gli ospiti hanno ritrovato tutti gli elementi e le sfumature incrociate nella serata, eccezionalmente circondate da zucchero e pop cake.

pink party

 

Le alzate con dolcetti e biscotti, alternate alle super instagrammabili macaron tower, hanno dato vita a un bellissimo gioco di altezze. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo desiderato di rubare un dolcetto da uno sweet table così.

 

 

Ti è piaciuto il nostro pink party? Io sono pronta a rifarlo subito! Adorissimo!


Credit:

Location Istituto Nazionale di Studi Romani – Catering in esclusiva California – Sweet table e ballerina corner Martina Ferrara – Foto/Video Roberto Marchionne

 

Roberta Torresan Wedding Planner & Designer

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Matrimoni d’eccellenza nelle creazioni di K-Over

Matrimoni d’eccellenza nelle creazioni di K-Over.

 

Uno scrigno prezioso, un involucro ricercato: tecnica e creatività sono all’origine di K-Over, il lusso Made in Italy creato per custodire bottiglie di vino e di Champagne.

 

Le preziose glaciette di K-Over incontrano il mondo del Wedding, ne parliamo in questa intervista con il proprietario Andrea Pacini.

 

k-over

 

Cosa fa K-Over? Quale è la filosofia dei vostri prodotti?
K-Over è uno scrigno realizzato in argento o oro puro forgiato da abili maestri orafi per custodire Champagne e Vini pregiati.
È un concetto completamente nuovo di Glacette. Infatti, il nostro obiettivo è realizzare prodotti d’eccellenza per celebrare e preservare  il ricordo di momenti ed eventi unici.

 

A chi vi rivolgete? Chi sono i vostri clienti ideali?
K-Over è un oggetto unico e data la sua originalità e caratteristiche, ci rivolgiamo ad una clientela esclusiva che possa comprenderne il valore emozionale ed artistico di K-OVER.

 

Come nasce K-Over? Raccontateci cosa c’è dietro al vostro Brand
K- over nasce dall’incontro tra la tradizione orafa fiorentina e il desiderio di innovazione.
Nel mondo contemporaneo, la maggior parte degli acquisti può definirsi “emozionale”, vale a dire non compriamo solamente ciò che è utile ma ciò che trasmette qualcosa.
Per questa ragione, lavoriamo alla creazione di prodotti ad alto valore economico, emozionale ed affettivo.
Tutto ciò è possibile grazie a 40 anni di esperienza nel settore della lavorazione dei metalli preziosi e ad un’attenzione particolare verso la realtà e le tendenze.

 

Sappiamo che avete una linea dedicata al mondo del Wedding, perché avete deciso di creare dei prodotti specifici per gli Sposi?
Come dice Bukowski “Quando sei felice, bevi per festeggiare”, il matrimonio è un momento unico, denso di felicità ed emozioni.
Tutti i migliori ricevimenti di nozze cominciano con un brindisi al futuro degli sposi e perché non cristallizzare quell’istante con una K-Over che rimarrà per sempre un ricordo per la vita?
Il nostro desiderio è quello di realizzare un prodotto per celebrare gli infiniti momenti di felicità che ci saranno in tutta la vita insieme, partendo proprio dal primo brindisi come sposi.

 

Cosa spinge una coppia di clienti a desiderare una delle vostre opere d’arte?
Le coppie scelgono K-Over per due motivi: per la sua esclusività e per il desiderio di cristallizzare un momento unico.
Grazie alle infinite possibilità di personalizzazione, possiamo creare dei prodotti unici per tutti i nostri clienti.
Fin dal primo momento, i nostri Clienti saranno parte della realizzazione della loro K-Over.

 

k-over

 

Quanto contano unicità ed esclusività nella forza del vostro Brand?
Unicità ed esclusività sono essenzialmente la sintesi del nostro Brand.
Ogni K-Over è unica, creata con passione ed amore per la bellezza e l’arte.
Cerchiamo inoltre di riportare, con questo gioiello moderno, la tradizione Orafa degli Artigiani Fiorentini, che sono coloro che realizzano in ogni sua parte questi capolavori di cesello.

 

Che ruolo hanno i materiali e la tecnologia rispetto alla lavorazione che prende vita nei vostri laboratori?
Scegliamo solo materiali di primissima qualità, dalle parti meccaniche e struttura della K-Over, fino alla scelta di pietre, metalli, smalti pregiati per rifinire il Gioiello.

 

 

Vuoi saperne di più sul mondo di K-Over? > www.k-over-com

 

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